Archivi categoria: Sara Biancolin

QUEL “VIOLACEO BLU” DI SARA BIANCOLIN

COMMENTO AL DISEGNO
– Tempo di realizzazione: circa 4 giorni (aprile 2015)
– Dimensioni del foglio: 24 x 33 cm.
– Materiali utilizzati: foglio di carta da disegno A4 liscio grammatura 220, matita HB mista a 3B, matite colorate acquerellabili Caran d’Ache Prismalo, gomma pane, fissativo, bianchetto applicato con la punta di uno spillo per evidenziare alcuni punti luce.

1

Era un piovoso pomeriggio primaverile quando, compiendo annoiata una veloce ricerca via web in cerca di ispirazione artistica, mi sono imbattuta in alcune curiose fotografie di eleganti pesci tropicali che mi hanno subito entusiasmata e dato lo spunto per una personale composizione. Il mio intento iniziale era quello di riprodurre la trasparenza delle loro pinne e del movimento aggraziato della coda, richiamando le forme e i colori che si possono accostare, in maniera seppur fantasiosa, a delicati petali di fiori. Spero di essere riuscita, almeno in parte, a rispettare l’obiettivo di partenza e a conferire un leggero contrasto tonale tra le tenui sfumature della creatura acquatica sovrastante e quelle più vivaci e vibranti della inferiore.

Sara Biancolin

Del talento di Sara Biancolin ho avuto già modo di parlarvi QUI.

Quello che segue vuol essere, piuttosto, il mio omaggio all’artista e amica per il “dono” indegnamente ricevuto.

Una danza dei veli scuote gli abissi della notte assopita e, virtuosa, si plasma impalpabile come leggera fibra: evanescente vibra, spedita scompare e sinuosa rivive la scia bluastra del suo moto e luminiscenti sfumature del manto ondoso.
Si dispiega la ravvivata sinfonia in cromatici accordi ove tutto, nota per nota, delinea profili, volumi, suoni. È qui, a me dirimpetto, immobile e ingannevole divide il lembo di parete con una stampa di Antonello; quella “Pietà” del Prado che non mi dà pace e logora, e svuota, e ossessiona la mia labile vista, eppur non prova “pietà” alcuna e lacerante il bieco lavorio all’anima continua.

È qui, prende fiato, dà slancio al suo scatto e abbandona la morsa dello spazio. Non è più nel quadro, non è più “quadro”, seppur non lo sia mai stato! È qui, tra me e nel vuoto, come d’incanto: son desto e non m’inganno! Sfiora le membra, ne muta il colore, ne rimodella l’umore.
Salina era e salina resta la sua essenza, difetto non possiede in egual specie, il mio trepidare seduce e schiva, al che, il mio sguardo guida.

Ne è mio il possesso, eppur non lo possiedo: dimora nei miei giorni e ne origlia già segreti e dintorni; i mattini oscurati da pensieri reconditi, i lumi spenti di celati patimenti.

Sara ti diede vita e la tua vita riflette ora la mia. Sara volle che fossi un dono senza tempo per il maturo congedo, per quel passo risoluto e svelto che ne decreterà il dovuto rispetto.

Dal canto mio, non trattengo meriti di natura alcuna, fosse solo, al più, per la febbrile “arte” che la fece figlia sua degna di talento, per comuni prospettive, per conclusioni condivise.
È qui! E qui resterà ancora! Farà un tuffo, tuttavia, nel suo salmastro passato e mi persuaderà di crederlo un falso. Ne avvertirò le pulsioni, ne sentirò le palpitazioni e da quell’onda mi lascerò trascinare; e poi giù, fin dentro quel “violaceo blu” da cui io nacqui, a cui ritorno perché sublime, perché il mio cosmo.

Filippo Musumeci

© RIPRODUZIONE RISERVATA

“VIDI LA FELICITÀ FARMI UN CENNO”. IL TRATTO TALENTUOSO DI SARA BIANCOLIN

“VIDI LA FELICITÀ FARMI UN CENNO”. IL TRATTO TALENTUOSO DI SARA BIANCOLIN

di Filippo Musumeci

“Farfalla azzurra Piccola, azzurra aleggia una farfalla, il vento la agita, un brivido di madreperla scintilla, tremola, trapassa. Così nello sfavillio d’un momento, così nel fugace alitare, vidi la felicità farmi un cenno scintillare, tremolare, trapassare”.(Hermann Hesse, “Farfalla azzurra)

Con questi celebri versi (e con tanti altri) il premio nobel tedesco decantava la sua ammirazione per le leggiadre e fragili creature alate, celebrandone il fugace anelito di vita quale messaggero di felici attimi, seppur effimeri; metamorfosi splendente di cromatica specie: «Bisogna essere ciechi o estremamente aridi se alla vista delle farfalle non si prova una gioia, un frammento di fanciullesco incanto, un brivido dello stupore goethiano. E certo ve ne sono buoni motivi. La farfalla, infatti, è un qualcosa di particolare, non è un animale come gli altri, in fondo non è propriamente un animale ma solamente l’ultima, piú elevata, piú festosa e insieme vitalmente importante essenza di un animale. È la forma festosa, nuziale, insieme creativa e caduca di quell’animale che prima era giacente crisalide e, ancor prima che crisalide, affamato bruco. La farfalla non vive per cibarsi e invecchiare, vive solamente per amare e concepire, e per questo è avvolta in un abito mirabile, con ali che sono molte volte piú grandi del suo corpo ed esprimono, nel taglio come nei colori, nelle scaglie e nella peluria, in un linguaggio estremamente vario e raffinato, il mistero del suo esistere, solo per vivere piú intensamente, per attirare con piú magia e seduzione l’altro sesso, per incamminarsi piú splendente verso la festa della procreazione. Tale significato della farfalla e della sua magnificenza è stato avvertito in tutti i tempi e da tutti i popoli, è una rivelazione semplice ed evidente. E ancora piú è divenuta, da festoso amante e splendente metamorfo, un emblema sia dell’effimero come di ciò che dura in eterno, e già in tempi antichi fu per l’uomo paragone e simbolo dell’anima» (Hermann Hesse, “A proposito di farfalle”).

Nel 2009 la casa editrica TecaLibri ha pubblicato “Farfalle”: un volumetto di racconti, poesie e riflessioni estratti da scritti vari di Hesse sul tema omonimo, correlando l’edizione con otto illustrazioni dello svizzero Walter Linsenmaier (tra i massimi specialisti in disegno e pittura di animali, specie di insetti), tratti dalla sua opera Insects of the World, edito dalla Mc Graw-Hill Book Company nel 1972. Featured image L’incipit letterario di questo scritto voleva essere solo la cornice ideale per degnamente presentare l’arte della giovane Sara Biancolin: studentessa modello dall’inoppugnabile umiltà, probabilissima prossima (lo spero con tutte le mie forze) docente di Storia dell’Arte e, non ultima, pittrice dal tratto audacemente talentuoso. Sì, avete inteso benissimo: audacemente talentuoso!! Ed è inopportuno, a tal proposito, storcere il naso! Come dite? Volete le prove?? Ah, ma se per questo sarete accontentati all’istante!

8

Dunque, che ne dite? La ragazza ha stoffa da vendere, eh?? Alcune utili informazioni tecniche sull’opera:

– Tempo di realizzazione: 3-4 giorni

– Dimensioni del foglio: 35,5 x 25,4 cm.

– Materiali utilizzati: foglio di carta per acquerello grammatura 300, matita HB, matite acquerellabili Caran d’Ache Prismalo, gomma pane, fissativo.

Commento dell’artista: ho pensato di utilizzare come esperimento un cartoncino per acquerello, notando curiosamente che su questo tipo di superficie i colori paiono essere più vivi (anche se non acquerellati) rispetto ad un foglio di carta comune. Per la composizione di farfalle ho preso ispirazione attraverso siti web, ma soprattutto sfogliando un vecchio libro che avevo in casa con una collezione di tavole a colori di farfalle provenienti da varie parti del mondo. Quello che intendevo rappresentare è il volo libero di queste piccole creature che a prima vista sembrano macchie di colore e ritrarle nelle diverse posizioni che possono assumere; ho pensato infine, di lasciare uno spazio bianco per bilanciare ed equilibrare la composizione.

Non è che uno dei tanti lavori realizzati dall’artista in un arco cronologico relativamente breve, tuttavia, di rado mostrati pubblicamente e con l’imperturbabile discrezione che da sempre accompagna la, di lei, acuta e profonda visione del suo mondo. Sono anni che le ripeto, anche in modo piuttosto risoluto, di credere nelle proprie qualità tecnico-stilistiche, di osare e uscire allo scoperto. É in una delle frequenti e piacevoli conversazioni intavolate via web –  nelle quali ho dovuto insistere significativamente per persuaderla a pubblicare almeno una delle sue pitture – che Sara ha speditamente confessato al sottoscritto di aver guardato all’arte di Salvador Dalì e di Vladimir Kush (pittore e scultore russo realista metaforico, nato a Mosca nel 1965, il quale ha dedicato all’icona delle farfalle numerosi e pregevoli lavori: http://vladimirkush.com) al fine d’indagare meticolosamente l’universo festoso delle farfalle e fissarne l’immagine del loro articolato e “fugace alitare”. Del resto, come darle torto??

54

6

Ricordando altri esempi, fu Odilon Redon, caposcuola assieme a Gustave Moreau del Simbolismo di scuola francese, fra primi a rendere protagonista privilegiato l’universo biologico della crisalide in alcuni lavori di inizio Novecento. Al pari dei fiori, le farfalle rappresentavano per il pittore, al contempo,i simboli della giovinezza e del tempo che passa; quello della bellezza e della vita che sboccia e poi muore.

2

Tornando allo stile della nostra giovane artista, le sue immagini sono costruite mediante un segno grafico di indubbia precisione e fluidamente raffinato, ove su sfondo bianco (quindi in assenza di sfondo, poiché si tratta di un colore acromatico, cioè di non-colore) il senso della volumetria è affidato ai delicatissimi contrasti chiaroscurali dall’effetto pittorico. Il resto è tutta un’apparizione di cromie accuratamente particolareggiate in accordi di primari e secondari: un caleidoscopio giocato sulla simmetrica struttura morfologica dei lepidotteri e il loro danzante ritmo vibrante. È arte, in definitiva, saggia e ragionata quella di Sara Biancolin, nel senso aristotelico del termine, vale a dire: «una specie di disposizione, ragionata secondo verità, alla produzione». A Sara e al suo innato talento, alla sua persona e al suo tratto felice questo omaggio voluto e attento, poiché come una volta ebbe modo di rivelarmi: «Ho tante idee, ma medito a lungo prima di scegliere il soggetto e il modo di riprodurlo, perché non voglio sia un’operazione meramente meccanica».

Del talento di Sara ho avuto modo di parlarvi anche QUI!

© RIPRODUZIONE RISERVATA