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L’immagine del Natale

L’immaginario natalizio che in questi giorni ispira non solo il mondo dei media ma anche le nostre case, il nostro modo di comunicare e pensare si è naturalmente evoluto ma da dove viene questo Natale laico, vibrante di rosso e di bianco, caldo, gioioso e frizzante come quello della Coca-cola?

Haddon Sundblom, Santa Claus e Coca-cola, 1940

Sicuramente dal mondo delle illustrazioni che è particolarmente vivace e ispirato durante i ruggenti anni ’20 e a seguire. Pubblicità e copertine di riviste non hanno solo una funzione legata al marketing ma rappresentano stili di vita e modelli sociali a cui uniformarsi. Gli artisti che lavorano a questo programma, probabilmente inconsciamente, sono in realtà molto abili ed espressivi e hanno lasciato un segno indelebile con le loro creazioni. Se ci pensiamo immaginiamo Babbo Natale ancora come lo aveva rappresentato Haddon Sundblom, ispirandosi al testo poetico di Clement Moore, A visit from St. Nicholas, del 1823.

La leggenda di Babbo Natale

Nel testo Babbo Natale arriva la notte della Vigilia su una slitta trainata da otto renne e atterra sul tetto della casa di una famiglia per portare doni ai bambini, il padre dei piccoli avverte dei rumori si sveglia e vede St. Nicholas scendere dalla ciminiera con il suo sacco pieno di doni e riempire le calze di dolci e giocattoli. Visione magica che scalda il cuore e diventa uno dei testi poetici americani più famosi, tanto da dar vita a tutto un immaginario che perdura ancora oggi.

La prima uscita di Babbo Natale con slitta e renne, illustrazione per Una visita di San Nicola, di Clement Clarke Moore, 1890

Immaginario POP

Molti artisti e illustratori contribuiscono a rafforzare l’immagine di un Natale meno legato alla religione, che potesse andar bene alle diverse confessioni e rappresentare motivo di unione sociale. Estremamente interessante è il contributo narrativo delle illustrazioni di Norman Rockwell, precursore di Sundbloom, in cui Babbo Natale è un personaggio bonario e sorridente ma anche sacro e magico vista la presenza dell’aureola.

Normann Rockwell, Copertina del The Saturday Evening Post con Santa Claus, 1927

La direzione è quella di renderlo sempre più familiare, del resto qualche decennio prima con Thomas Nast era diventato anche eroe della guerra civile americana.

Thomas Nast,  Babbo Natale nel campo militare (da Harper’s Weekly ), 1863, Metropolitan Museum of Art, New York

Rockwell non si limita a creare immagini di Babbo Natale ma rappresenta la festa nella famiglia americana, il senso di stupore, la meraviglia, il calore e naturalmente quell’aria di festa che deve essere nelle case dei “buoni” americani.

In basso Norman Rockwell, Illustrazioni natalizie

Questa capacità narrativa e l’attenzione alla festa sono riprese da molti artisti anche nel cinema, nei cartoni (Rockwell era molto amico di Walt Disney) e nella pubblicità. Una delle star dell’arte contemporanea raccoglie alcune di queste idee nelle sue cartoline di Natale per Tiffany negli anni ’50: Andy Warhol.

Andy Warhol, Ornamenti natalizi, 1953 ca.

Grande osservatore del mondo delle immagini, capace di raccoglierle e riproporre gli stimoli derivanti dall’immaginario collettivo elevandoli ad arte, Andy Warhol è il cantore del mondo contemporaneo, capace di plasmare le sue opere con l’ossessione per la fama e il successo, tra i suoi miti c’è anche Babbo Natale ormai privo di sacralità ma patinato come le grandi icone del cinema e della TV.

Andy Warhol, Santa Claus, 1981

Ancora una volta la storia delle immagini, la storia dell’arte ci aiuta a capire il mondo. Infondo è l’intento primario di questo blog.

Cari lettori e amici vi auguro di vivere un Natale pieno di senso e di bellezza.