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FUTURISMO E CUBO-FUTURISMO. Marinetti, Boccioni, Carrà e Tamara de Lempicka.

Cari amici di Sul Parnaso,

pubblichiamo la Terza puntata delle video-lezioni dedicate alle Avanguardie storico-artistiche europee, tenute dal nostro Filippo Musumeci presso la sede torinese del CRAL Regione Piemonte. Questo terzo incontro si parla di FUTURISMO e CUBO-FUTURISMO, nello specifico di Marinetti, Boccioni, Carrà e Tamara de Lempicka.

Buona visione e condivisione 🙂

Omaggio a František Kupka (Opočno, Rep. Ceca, 23 settembre 1871 – Puteaux, Francia, 24 giugno 1957)

František Kupka ha un ruolo di grande importanza nell’Arte contemporanea, aderisce a diversi movimenti offrendo un contributo sempre originale e pregnante. Nasce in un piccolo villaggio della Boemia, si avvicina da subito a forme di spiritualismo. In seguito frequenta l’Accademia di Belle Arti di Praga completando gli studi a Vienna dove parallelamente viene in contatto con i circoli teosofici.

Dal 1896 si trasferisce a Parigi e si divide tra illustrazioni satiriche

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Sempre poveri, F. Kupka, illustrazione, 1902

ed una pittura di ispirazione simbolista.

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Admiration, F. Kupka, 1899, MoMA, New York

La sua passione per l’astronomia lo induce ad occuparsi di temi legati al cosmo, nel 1910 elabora per esempio un opera come Il primo passo

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The first step, F. Kupka, 1910, MoMA, New York

Le sfere sono un chiaro riferimento agli astri e al loro movimento ma per Kupka è importante sondare il rapporto tra scienza e religione, cercare lo spirituale nel reale. La sua indagine si apre per questo a più movimenti e a esperienze disparate che tuttavia fossero collegate con il suo personale piano di ricerca.

Il cubismo orfico, di cui Kupka fu uno dei principali rappresentanti, è sicuramente il collegamento giocoso e libero tra il cubismo più formale di Braque e Picasso, e il dinamismo del Futurismo.

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Mme Kupka among verticals, F. Kupka, 1911, MoMA, New York

Il ritratto di Mme Kupka del 1911 rappresenta uno dei momenti di passaggio dal residuo figurativo al completo astrattismo in un tripudio di colori; ma per Kupka nulla è definitivo, restano sempre possibili riprese e ripensamenti e il tema cosmologico resta sempre tra quelli più amati dall’artista ceco.

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Disks of Newton, F. Kupka, 1911, Philadelphia Museum of Art, Philadelphia, PA, US

Scorcio su San Giorgio – Ragusa Ibla

Le matite colorate sono uno strumento di grande duttilità, permettono di graduare effetti diversi e offrono la possibilità di lavorare in modo estemporaneo o procedere con più livelli di ponderazione.
Il disegno di Maria Stella Tubère ci presenta la cupola del duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla,

Dimensioni foglio: 24x33 cm Materiali: foglio liscio, matite colorate
Dimensioni foglio: 24×33 cm
Materiali: foglio liscio, matite colorate

visto da una prospettiva inusuale, dall’alto di una scalinata che scende a precipizio, ritmata dalla verticalità della ringhiera di ferro verso le luminose case ragusane. Intanto la chiesa, come una corona, si posa sui tetti irregolari creando un contrasto con i suoi elementi regolari e raffinati, tipicamente barocchi. Maria Stella è riuscita a creare un’immagine dinamica, dai colori nitidi e con campi contrastanti, stesure di colore sfumate o in alcuni casi nette.

La sua ricerca di dinamismo è ben presente anche in un altro disegno di Maria Stella, il Treno.

Dimensioni foglio: 24x33 cm Materiali: foglio liscio, matite colorate
Dimensioni foglio: 24×33 cm
Materiali: foglio liscio, matite colorate

chiaramente ispirato al Futurismo ed in particolare a Roberto Marcello Baldessari, autore di visioni futuriste con treni protagonisti come in quella qui riportata.

The train arriving at the station of Lugo, 1916 Roberto Marcello Iras Baldessari

Maria Stella ci ha lasciato anche uno splendido collegamento musicale e poetico

alla canzone “La locomotiva” di Francesco Guccini:

“E sul binario stava la locomotiva,
la macchina pulsante sembrava fosse cosa viva,
sembrava un giovane puledro che appena liberato il freno
mordesse la rotaia con muscoli d’ acciaio,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno,
con forza cieca di baleno…”

Grazie Maria Stella

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