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Essere Leonardo

Impulso di scrittura giornaliero
Se potessi essere qualcun altro per un giorno, chi saresti e perché?

Decisamente, se potessi essere qualcun altro vorrei essere Leonardo da Vinci, ai suoi esordi nella bottega del Verrocchio, mentre dipinge i suoi delicatissimi angeli sulla tavola del Battesimo di Cristo del suo maestro.

Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci, Battesimo di Cristo, olio su tavola, 1475 ca, Firenze, Uffizi

In quella bottega il giovane Leonardo ha imparato a volare, già il suo maestro gli avrà trasmesso la forza della linea, la potenza costruttiva del chiaroscuro, ma in quello scorcio di Quattrocento dal laboratorio di Andrea Verrocchio sono passati Sandro Botticelli, Pietro Perugino e Lorenzo di Credi. In quelle stanze doveva esserci un’esplosione di creatività, il profumo degli oli e delle essenze e quei ragazzi che si nutrivano l’uno della fantasia dell’altro in un crescendo di meraviglia.

Particolare dell’Angelo dipinto da Leonardo in Andrea del Verrocchio e Leonardo da Vinci, Battesimo di Cristo, olio su tavola, 1475 ca, Firenze, Uffizi

Il frutto di quell’apprendistato non fu certamente quell’angelo che sembra rapito al Paradiso e quelle chiare e fresche e dolci acque che bagnano i piedi di Cristo e sfumano in un elegante e leonardesco paesaggio sfumato sulla sinistra del dipinto, ma tutti i capolavori a venire, insuperabili icone della genialità dell’uomo del millennio, capace di eternare la bellezza e in grado di guardare al futuro, di immaginare nuovi mondi possibili, come accade con i progetti delle sue macchine volanti.

La vite aerea di LeonardoManoscritto B, foglio 83 v., 1489, Manoscritti di Francia, ParigiInstitut de France.

Difficile realizzare in un breve post una sintesi delle opere del maestro toscano ma se fossi in lui e dovessi scegliere uno dei suoi dipinti da realizzare oggi, mentre il sole tramonta al lume di candela, in una giornata ventosa di fine febbraio, sceglierei La dama con l’ermellino con la sua serica bellezza.

Leonardo da Vinci, Dama con l’ermellino, 1490 ca., Czartoryski Museum, Cracovia

Oggi presenzia come una regina in trono nella sala più famosa del Museo Nazionale Polacco di Cracovia; solitamente tutti gli occhi sono puntati su di lei, Cecilia Gallerani, la donna amata da Ludovico Sforza che tuttavia guarda oltre, fuori campo, verso destra, il lato da cui proviene la luce che illumina il viso, la mano in una posa elegante e innaturale, e la bestiola che si atteggia con altrettanta alterigia. La posizione di tre quarti crea un notevole dinamismo della figura, l’abito, l’acconciatura e i gioielli contribuiscono insieme al sorriso, appena accennato, a trasmettere un senso di grazia e armonia. Lo sfondo scuro richiama la ritrattistica fiamminga e il suo maggiore tramite: Antonello da Messina.

È stato bello fantasticare di essere un giovane Leonardo per qualche ora, di immergersi nella sua straordinaria concezione dell’arte, nella sua altrettanto insaziabile sete di conoscenza attorno all’uomo ma anche nei confronti della natura. Ineguagliabile è anche la sua voglia di progresso e di futuro per cui sono certa si sarebbe divertito a sperimentare la creazione di immagini attraverso l’intelligenza artificiale…forse gli sarebbe anche piaciuto il suo pseudo ritratto da giovane in copertina 😉

L’indifferenza

Impulso di scrittura giornaliero
Se potessi bandire permanentemente una parola dall’uso generale, quale sarebbe? Perché?

Stimolo interessante e vorrei rispondere in riferimento al mondo dell’Arte di cui ci occupiamo in questo spazio.

Se si potesse eliminare il maggior nemico dell’Arte sicuramente questo sarebbe l’indifferenza. L’Arte è curiosità, selezione ed elezione, da sempre è un modo per comunicare e raccontarci privilegiando quello che possiamo percepire ed esperire attraverso i sensi (Sul Parnaso si occupa prevalentemente degli aspetti visivi), oggi, in un’epoca di omologazione e di dittatura del gusto, l’Arte è diventata oggetto elitario e anche quando diventa fenomeno di massa viene relegata a sfondo, moda superficiale. Pochi ne comprendono il senso e di conseguenza restano indifferenti.

Di questa atavica indifferenza ha parlato anche Pasolini nel poemetto “Guinea” in Poesie in forma di Rosa, ai vv. 112-126 dice:

“L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza
– alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.”

A proposito degli italiani di cui critica l’incapacità di vivere passioni concrete e il limitarsi a sopravvivere nell’indifferenza e nella viltà generale. L’indifferenza come viltà è presente anche nei discorsi di Gramsci che ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità come cittadini e a non rimanere indifferenti di fronte agli eventi e alle ingiustizie del mondo.

In questi giorni cupi in cui l’orrore quotidiano – tragedie vicine e lontane, futuro mai così precario, poteri e potenti dispotici, guerre spietate – trabocca dagli schermi tra una pubblicità e l’altra, uno degli artisti che più intensamente esprime lo scarto tra indifferenza e coinvolgimento è il misterioso Banksy. In un mondo che naufraga nel mare dell’indifferenza lui denuncia le contraddizioni del presente con una forza immensa o con l’ironia più corrosiva. In “Lanciatore di fiori” a Betlemme mostra l’alternativa alla violenza,

Banksy, Flower Thrower, Betlemme 2003

e qualche anno dopo sempre a Betlemme realizza il murales “La colomba armata della pace”: simbolo tragicamente ironico di una guerra senza fine.

Banksy, Armoured Peace Dove, Betlemme, 2007

Si apre nei prossimi giorni la mostra “Banksy. Painting Walls” al M9 – Museo del ‘900 di Mestre, un’ampia rassegna dedicata allo street artist britannico. La mostra presenta oltre 70 opere, tra cui tre muri originali esposti all’interno del museo; si potrà visitare fino al 2 giugno 2024.

L’esposizione non presenta solo serigrafie, ma offre un’esperienza inedita con i muri originali. Inoltre, il museo coinvolge gli street artist attivi in Veneto attraverso visite guidate in bicicletta da Mestre a Venezia, dove si trova un’altra celebre opera di Banksy chiamata “Migrant Child”.

Banksy, Il naufrago bambino, 2019, Venezia

La mostra parallela “Dialoghi Urbani” allestita al secondo piano esplora il rapporto tra street art e museo. Ogni sabato, dal 2 marzo al 1° giugno, un diverso street artist realizzerà un’opera murale in una sessione di live painting. L’arte di Banksy fuoriesce anche dagli spazi del museo, inondando i suoi muri esterni.

Inoltre, a Firenze, una sala del Cinema Astra ospita un’esperienza visiva immersiva chiamata “Murals”, basata sui sette murales realizzati da Banksy sui palazzi di Kiev e dintorni nel 2022, durante il conflitto contro la Russia. Quattro di questi murales continuano a spiccare tra le macerie dei drammatici bombardamenti.

Banksy, Children of War, Maidan

In copertina Banksy, Madonna con la pistola, Napoli, via Benedetto Croce, 2011