L’immaginario natalizio che in questi giorni ispira non solo il mondo dei media ma anche le nostre case, il nostro modo di comunicare e pensare si è naturalmente evoluto ma da dove viene questo Natale laico, vibrante di rosso e di bianco, caldo, gioioso e frizzante come quello della Coca-cola?
Sicuramente dal mondo delle illustrazioni che è particolarmente vivace e ispirato durante i ruggenti anni ’20 e a seguire. Pubblicità e copertine di riviste non hanno solo una funzione legata al marketing ma rappresentano stili di vita e modelli sociali a cui uniformarsi. Gli artisti che lavorano a questo programma, probabilmente inconsciamente, sono in realtà molto abili ed espressivi e hanno lasciato un segno indelebile con le loro creazioni. Se ci pensiamo immaginiamo Babbo Natale ancora come lo aveva rappresentato Haddon Sundblom, ispirandosi al testo poetico di Clement Moore, A visit from St. Nicholas, del 1823.
La leggenda di Babbo Natale
Nel testo Babbo Natale arriva la notte della Vigilia su una slitta trainata da otto renne e atterra sul tetto della casa di una famiglia per portare doni ai bambini, il padre dei piccoli avverte dei rumori si sveglia e vede St. Nicholas scendere dalla ciminiera con il suo sacco pieno di doni e riempire le calze di dolci e giocattoli. Visione magica che scalda il cuore e diventa uno dei testi poetici americani più famosi, tanto da dar vita a tutto un immaginario che perdura ancora oggi.

Immaginario POP
Molti artisti e illustratori contribuiscono a rafforzare l’immagine di un Natale meno legato alla religione, che potesse andar bene alle diverse confessioni e rappresentare motivo di unione sociale. Estremamente interessante è il contributo narrativo delle illustrazioni di Norman Rockwell, precursore di Sundbloom, in cui Babbo Natale è un personaggio bonario e sorridente ma anche sacro e magico vista la presenza dell’aureola.
La direzione è quella di renderlo sempre più familiare, del resto qualche decennio prima con Thomas Nast era diventato anche eroe della guerra civile americana.

Rockwell non si limita a creare immagini di Babbo Natale ma rappresenta la festa nella famiglia americana, il senso di stupore, la meraviglia, il calore e naturalmente quell’aria di festa che deve essere nelle case dei “buoni” americani.
In basso Norman Rockwell, Illustrazioni natalizie




Questa capacità narrativa e l’attenzione alla festa sono riprese da molti artisti anche nel cinema, nei cartoni (Rockwell era molto amico di Walt Disney) e nella pubblicità. Una delle star dell’arte contemporanea raccoglie alcune di queste idee nelle sue cartoline di Natale per Tiffany negli anni ’50: Andy Warhol.

Grande osservatore del mondo delle immagini, capace di raccoglierle e riproporre gli stimoli derivanti dall’immaginario collettivo elevandoli ad arte, Andy Warhol è il cantore del mondo contemporaneo, capace di plasmare le sue opere con l’ossessione per la fama e il successo, tra i suoi miti c’è anche Babbo Natale ormai privo di sacralità ma patinato come le grandi icone del cinema e della TV.
Ancora una volta la storia delle immagini, la storia dell’arte ci aiuta a capire il mondo. Infondo è l’intento primario di questo blog.
Cari lettori e amici vi auguro di vivere un Natale pieno di senso e di bellezza.






