Stimolo interessante e vorrei rispondere in riferimento al mondo dell’Arte di cui ci occupiamo in questo spazio.
Se si potesse eliminare il maggior nemico dell’Arte sicuramente questo sarebbe l’indifferenza. L’Arte è curiosità, selezione ed elezione, da sempre è un modo per comunicare e raccontarci privilegiando quello che possiamo percepire ed esperire attraverso i sensi (Sul Parnaso si occupa prevalentemente degli aspetti visivi), oggi, in un’epoca di omologazione e di dittatura del gusto, l’Arte è diventata oggetto elitario e anche quando diventa fenomeno di massa viene relegata a sfondo, moda superficiale. Pochi ne comprendono il senso e di conseguenza restano indifferenti.
Di questa atavica indifferenza ha parlato anche Pasolini nel poemetto “Guinea” in Poesie in forma di Rosa, ai vv. 112-126 dice:
“L’intelligenza non avrà mai peso, mai
nel giudizio di questa pubblica opinione.
Neppure sul sangue dei lager, tu otterrai
da uno dei milioni d’anime della nostra nazione,
un giudizio netto, interamente indignato:
irreale è ogni idea, irreale ogni passione,
di questo popolo ormai dissociato
da secoli, la cui soave saggezza
gli serve a vivere, non l’ha mai liberato.
Mostrare la mia faccia, la mia magrezza
– alzare la mia sola puerile voce –
non ha più senso: la viltà avvezza
a vedere morire nel modo più atroce
gli altri, nella più strana indifferenza.
Io muoio, ed anche questo mi nuoce.”
A proposito degli italiani di cui critica l’incapacità di vivere passioni concrete e il limitarsi a sopravvivere nell’indifferenza e nella viltà generale. L’indifferenza come viltà è presente anche nei discorsi di Gramsci che ci invita a riflettere sulla nostra responsabilità come cittadini e a non rimanere indifferenti di fronte agli eventi e alle ingiustizie del mondo.
In questi giorni cupi in cui l’orrore quotidiano – tragedie vicine e lontane, futuro mai così precario, poteri e potenti dispotici, guerre spietate – trabocca dagli schermi tra una pubblicità e l’altra, uno degli artisti che più intensamente esprime lo scarto tra indifferenza e coinvolgimento è il misterioso Banksy. In un mondo che naufraga nel mare dell’indifferenza lui denuncia le contraddizioni del presente con una forza immensa o con l’ironia più corrosiva. In “Lanciatore di fiori” a Betlemme mostra l’alternativa alla violenza,

e qualche anno dopo sempre a Betlemme realizza il murales “La colomba armata della pace”: simbolo tragicamente ironico di una guerra senza fine.

Si apre nei prossimi giorni la mostra “Banksy. Painting Walls” al M9 – Museo del ‘900 di Mestre, un’ampia rassegna dedicata allo street artist britannico. La mostra presenta oltre 70 opere, tra cui tre muri originali esposti all’interno del museo; si potrà visitare fino al 2 giugno 2024.
L’esposizione non presenta solo serigrafie, ma offre un’esperienza inedita con i muri originali. Inoltre, il museo coinvolge gli street artist attivi in Veneto attraverso visite guidate in bicicletta da Mestre a Venezia, dove si trova un’altra celebre opera di Banksy chiamata “Migrant Child”.

La mostra parallela “Dialoghi Urbani” allestita al secondo piano esplora il rapporto tra street art e museo. Ogni sabato, dal 2 marzo al 1° giugno, un diverso street artist realizzerà un’opera murale in una sessione di live painting. L’arte di Banksy fuoriesce anche dagli spazi del museo, inondando i suoi muri esterni.
Inoltre, a Firenze, una sala del Cinema Astra ospita un’esperienza visiva immersiva chiamata “Murals”, basata sui sette murales realizzati da Banksy sui palazzi di Kiev e dintorni nel 2022, durante il conflitto contro la Russia. Quattro di questi murales continuano a spiccare tra le macerie dei drammatici bombardamenti.

In copertina Banksy, Madonna con la pistola, Napoli, via Benedetto Croce, 2011


L’incipit letterario di questo scritto voleva essere solo la cornice ideale per degnamente presentare l’arte della giovane Sara Biancolin: studentessa modello dall’inoppugnabile umiltà, probabilissima prossima (lo spero con tutte le mie forze) docente di Storia dell’Arte e, non ultima, pittrice dal tratto audacemente talentuoso. Sì, avete inteso benissimo: audacemente talentuoso!! Ed è inopportuno, a tal proposito, storcere il naso! Come dite? Volete le prove?? Ah, ma se per questo sarete accontentati all’istante!



