Andrea Camilleri è una delle voci più importanti del panorama italiano tra XX e XXI secolo, l’erede più completo di una ricca tradizione culturale e narrativa siciliana che raccoglie Pirandello e i più contemporanei Brancati, Sciascia e Bufalino ma anche attento osservatore della letteratura e del teatro più recente da Beckett, a Jonesco fino a Majakovskij. Il maestro siciliano opera in campi differenti e su livelli culturali molto variabili cioè dedicati ad un pubblico con richieste e appetiti disparati. Il suo personaggio più amato e più noto al grande pubblico è sicuramente il commissario Montalbano, nato dalla sua penna nel 1994, con La forma dell’acqua che in televisione nel 2000 è diventato il primo episodio del raffinatissimo poliziesco-investigativo Il ladro di merendine.

Perché parliamo di Camilleri su un blog come il nostro solitamente dedicato alle arti statiche e visive della pittura e della scultura? Perché stiamo parlando di un autore che dipinge con le parole, pensiamo alle sue intense descrizioni della Sicilia più bella, ai ritratti così definiti e finemente psicologici dei personaggi che mette in scena.
La nottata era proprio tinta, botte di vento arraggiate si alternavano a rapide passate d’acqua tanto malintenzionate che parevano volessero infilzare i tetti. Montalbano era tornato a casa da poco, stanco perché il travaglio della jornata era stato duro e soprattutto faticante per la testa. Raprì la porta-finestra che dava sulla verandina: il mare si era mangiato la spiaggia e quasi toccava la casa. No, non era proprio cosa, l’unica era farsi una doccia e andarsi a corcare con un libro. Sì, ma quale? A eleggere il libro col quale avrebbe passato la notte condividendo il letto e gli ultimi pinsèri era macari capace di perderci un’orata. Per prima cosa, c’era la scelta del genere, il più adatto all’umore della serata. Un saggio storico sui fatti del secolo? Andiamoci piano: con tutti i revisionismi di moda, capitava che t’imbattevi in uno che ti veniva a contare che Hitler era stato in realtà uno pagato dagli ebrei per farli diventare delle vittime compatite in tutto il mondo. Allora ti pigliava il nirbùso e non chiudevi occhio. Un giallo? Sì, ma di che tipo? Forse era indicato per l’occasione uno di quelli inglesi, preferibilmente scritti da una fìmmina, tutto fatto di intrecciati stati d’animo che però dopo tre pagine ti fanno stuffare. Allungò la mano per pigliarne uno che non aveva ancora letto e in quel momento il telefono sonò. Cristo! Si era scordato di telefonare a Livia, certamente era lei che chiamava, preoccupata. Sollevò il ricevitore.
[Andrea Camilleri, Gli arancini di Montalbano, Mondadori, 2000]
In verità Andrea Camilleri ha l’arte tra i suoi molteplici interessi, ha collaborato con Renato Guttuso alla Vucciria, un’opera mista dei colori del pittore di Bagheria e della capacità ideativa dell’autore agrigentino.

Della rappresentazione del famoso mercato palermitano lo stesso Camilleri dice in una nota:
“Un narratore o un commediografo, davanti alla Vucciria, avrebbero materia di scrittura sino alla fine dei loro giorni”
La sua attenzione per l’arte è presente in un altro capolavoro narrativo, Il colore del sole, qui l’attenzione si pone sul ritrovamento del diario di Caravaggio relativo al suo soggiorno tra Malta e la Sicilia nell’estate del 1607, ed in particolare sulla realizzazione della Decollazione di San Giovanni Battista. Michelangelo Merisi vive i suoi ultimi giorni inquieti cercando di risolvere il mistero del “sole nero” che è la chiave per comprendere il suo modo di dipingere.

… Elli gravemente dissemi che avea capito che la luce della decollazione era la luce del sole nero. Io prontamente negai. Ma elli ripetemmi che trattavasi di maleficio sopremamente diabolico. Dissemi anco che lo Creatore avea creato e governato tutta la materia per li suoi fini e li suoi propositi e che quindi la visione inversa de lo sole e de la luce sua significava obbedienza a la legge inversa, contraria a la divina, significava abbracciare per vero l’opposto suo, lo contrario de’ propositi del Creatore Supremo. Se lo sole è vita, lo sole nero è morte, ancor disse. Consigliommi digiuno e preghiera. Ma io hora cognosco che tutta l’esistenzia mia, ancor prima assai che Celestina mi desse quel liquido, era comenzata e continuata sempre sotto lo segno de lo sole nero…
[Andrea Camilleri, Il colore del sole, Mondadori, 2007]
Anche se con un giorno di ritardo anche gli autori di Sul Parnaso augurano buon compleanno ad Andrea Camilleri e infinite buone letture e visioni a tutti quanti i nostri lettori.