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Omaggio a CHARLES EDWARD PERUGINI (Napoli, 1° settembre 1838 – Londra, 22 dicembre 1918)

Sempre bistrattati gli artisti accademici della seconda metà del XIX secolo, forse perché non rincorrevano il futuro ma si attardavano un po’ narcisisticamente nel passato. Tra questi vi è l’italo-inglese

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Ritratto di Charles Edward Perugini, Frederic Leighton, 1855

Charles Edward Perugini, formatosi in Italia negli studi di Giuseppe Bonolis e Giuseppe Mancinelli, fu particolarmente apprezzato da Frederic Leighton che lo condusse come suo assistente in Inghilterra dal 1863.

Perugini segue quindi il dettato di un’arte accademica ma anche profondamente romantica, le donne sono protagoniste indiscusse delle sue tele, tema prediletto è quello della fanciulla che legge. Charles Edward realizza un tripudio di leggiadre donzelle o dame più mature intente alla lettura di un libro o perse nella riflessione sul testo appena letto. Le ambientazioni e le atmosfere che raccolgono la galleria di lettrici di Perugini sono varie, c’è per esempio la Fanciulla che legge di bianco vestita, seduta in un aranceto e con un rametto profumato di fior d’arancio tra le dita:

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Fanciulla che legge, C. E., Perugini, 1878, Manchester Gallery

Più sciolta e meno accademica, più vicina alla visione del quotidiano di alcuni impressionisti e la Giovane lettrice distesa nel prato, qui la fanciulla gusta le pagine con un intimo piacere e le pennellate avvolgono la figura con una consistenza morbida e sottilmente voluttuosa.

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Fanciulla che legge, C. E., Perugini, 1870

Un’impronta maggiormente ritrattistica è presente invece nel delicato ritratto della dolce fanciulla immersa nella lettura sullo sfondo di una pianta con piccoli fiori bianchi. Del resto l’attività di ritrattista è centrale nell’opera di Perugini.

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Giovane donna che legge, C. E., Perugini, 1870

Uno dei ritratti più noti è quello di Sophie Gray, il pennello dell’artista delinea il bel volto della fanciulla con grande maestria, volto riprodotto da altri artisti meno accademici come Millais che aveva sposato in seconde nozze sua sorella maggiore Eufemia Gray. Una fanciulla con un destino decisamente doloroso, in quanto morta di anoressia nervosa a soli 38 anni.

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Ritratto di Sophie Gray, C. E., Perugini, 1865

Interessante il confronto con il ritratto della stessa giovane donna realizzato dal cognato Millais qualche anno prima:

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Ritratto di Sophie Gray, J. E., Millais, 1857

Completiamo questo breve omaggio a un artista meritevole di maggiore attenzione con Greensleeves, il magico motivo folkloristico pare realizzato dallo stesso Enrico VIII per l’amata Anna Bolena.

Greensleeves era tutta la mia gioia

Greensleeves era la mia felicità

Greensleeves era il cuore della mia gioia

Greensleeves era il mio cuore d’oro

E chi altri se non la mia Signora Greensleeves

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Greensleeves, Perugini, 1870

 

I volti dell’anima: omaggio a BARTOLOMEO CESI (Bologna, 16 agosto 1556 – 15 agosto 1629)

Bartolomeo Cesi, l’artista a cui dedichiamo oggi il post, è uno dei principali campioni dell’arte religiosa regolamentata dalla Controriforma, ossia dall’autorevole voce del Cardinale Paleotti che, con il Discorso intorno alle immagini sacre e profane, definisce  un nuovo canone per la pittura da cui siano bandite le tracce di nudo o di lascivia, in quanto le opere d’arte liturgiche sono mediatrici degli stessi contenuti religiosi e non devono distogliere il fedele dal pensiero cristiano.

Gli inizi del Cesi sono stati tuttavia più manieristici, accostabili alla leggerezza delle narrazioni ariostesche, accanto ai fratelli Carracci, con gli affreschi della Galleria di Palazzo Fava, decorata con le storie dell’Eneide.

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Enea trova il ramo d’oro, Bartolomeo Cesi, Palazzo Fava, Bologna, 1584-85 ca.

In seguito il suo stile si fa più sobrio e veristico, si accosta certamente all’Accademia dei Carracci e si fa influenzare dai dettami della Controriforma. Il nuovo stile è chiaramente espresso in uno dei pochi ritratti attribuibili all’artista bolognese, Il ritratto di giovane dama conservato nella Pinacoteca di Bologna, dove i tratti fisionomici non sono generici e i dettagli dell’acconciatura e dell’abito sono trattati con molta cura.

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Ritratto di giovane dama, B. CESI, olio su tela, ca. 1585, Pinacoteca Nazionale, Bologna

Gran parte delle opere di Bartolomeo Cesi sono inserite in contesti religiosi o in ogni caso elaborate in origine per essi. Eliminato ogni elemento decorativo che possa distogliere dalla riflessione devota, nelle sue opere emerge l’essenziale a favore della comprensibilità dell’opera che deve porgere il suo messaggio anche ai fedeli meno istruiti con la massima semplicità.

Il ciclo decorativo della Certosa di San Gerolamo offre un chiaro esempio del punto d’arrivo della pittura del Cesi.

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Crocifissione, pannello centrale, 1612-16, Certosa di San Girolamo, Bologna

Pittura che poggia su studi dettagliati dei particolari, su cromie tenui e un’accurato impiego di forme e linee che gli derivano dallo studio approfondito della pittura toscana dell’ultima parte del XVI secolo.

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Incarnazione di Maria Vergine in sant’Anna come Immacolata Concezione (particolare), olio su tela, 1593-95 ca.,  Pinacoteca Nazionale di Bologna

Per ulteriori approfondimenti è possibile partire da qui.