Sempre bistrattati gli artisti accademici della seconda metà del XIX secolo, forse perché non rincorrevano il futuro ma si attardavano un po’ narcisisticamente nel passato. Tra questi vi è l’italo-inglese

Charles Edward Perugini, formatosi in Italia negli studi di Giuseppe Bonolis e Giuseppe Mancinelli, fu particolarmente apprezzato da Frederic Leighton che lo condusse come suo assistente in Inghilterra dal 1863.
Perugini segue quindi il dettato di un’arte accademica ma anche profondamente romantica, le donne sono protagoniste indiscusse delle sue tele, tema prediletto è quello della fanciulla che legge. Charles Edward realizza un tripudio di leggiadre donzelle o dame più mature intente alla lettura di un libro o perse nella riflessione sul testo appena letto. Le ambientazioni e le atmosfere che raccolgono la galleria di lettrici di Perugini sono varie, c’è per esempio la Fanciulla che legge di bianco vestita, seduta in un aranceto e con un rametto profumato di fior d’arancio tra le dita:

Più sciolta e meno accademica, più vicina alla visione del quotidiano di alcuni impressionisti e la Giovane lettrice distesa nel prato, qui la fanciulla gusta le pagine con un intimo piacere e le pennellate avvolgono la figura con una consistenza morbida e sottilmente voluttuosa.

Un’impronta maggiormente ritrattistica è presente invece nel delicato ritratto della dolce fanciulla immersa nella lettura sullo sfondo di una pianta con piccoli fiori bianchi. Del resto l’attività di ritrattista è centrale nell’opera di Perugini.

Uno dei ritratti più noti è quello di Sophie Gray, il pennello dell’artista delinea il bel volto della fanciulla con grande maestria, volto riprodotto da altri artisti meno accademici come Millais che aveva sposato in seconde nozze sua sorella maggiore Eufemia Gray. Una fanciulla con un destino decisamente doloroso, in quanto morta di anoressia nervosa a soli 38 anni.

Interessante il confronto con il ritratto della stessa giovane donna realizzato dal cognato Millais qualche anno prima:

Completiamo questo breve omaggio a un artista meritevole di maggiore attenzione con Greensleeves, il magico motivo folkloristico pare realizzato dallo stesso Enrico VIII per l’amata Anna Bolena.
Greensleeves era tutta la mia gioia
Greensleeves era la mia felicità
Greensleeves era il cuore della mia gioia
Greensleeves era il mio cuore d’oro
E chi altri se non la mia Signora Greensleeves
- Greensleeves, Perugini, 1870