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Da vedere a Gennaio

Viaggiare e ammirare eventi artistici è uno dei maggiori piaceri sia per noi che pubblichiamo sia per voi che ci seguite (non abbiamo dubbi). Periodicamente spulciamo il web e le riviste dedicate per informarci ma potrebbe essere un’idea farlo insieme qui sul Parnaso. Qui alcune proposte, ci farebbe piacere ricevere i vostri suggerimenti.

Artemisia a Napoli

Proseguirà fino al 19 marzo 2023 la mostra su Artemisia Gentileschi allestita a Napoli presso le Galleria d’Italia, accogliendo sublimi capolavori come Susanna e i vecchioni o Giuditta e Oloferne, eroine dipinte da una pittrice coraggiosa che si colloca tra i più originali eredi del grande Caravaggio.

A sinistra l’Adorazione dei Magi dipinta da Artemisia nel 1636 e solitamente presente nella Cattedrale di Pozzuoli

Rubens a Genova

Fino al 5 febbraio 2023 al Palazzo Ducale di Genova possiamo visitare l’esposizione dedicata a Peter Paul Rubens e ai suoi rapporti con la città ligure. Numerose le opere che approdano in Italia per la prima volta, spiccano i ritratti femminili delle nobildonne genovesi, gli schizzi della città ligure e i monumentali dipinti di soggetto religioso.

Sotto particolare di P. P. RUBENS , San Sebastiano soccorso dagli angeli, 1601 ca., Galleria Corsini, Roma
A destra
Ritratto di Veronica Spinola Doria, 1606-7, Karlsruhe, Staatliche Kunsthalle

La Carità e la Bellezza a Milano

Ancora per pochi giorni, fino al 15 gennaio 2023, l’allestimento della mostra è gratuitamente visitabile a Milano nelle sale di Palazzo Marino. L’accesso guidato all’esposizione dei quattro capolavori rappresenta il fulcro di un più ampio percorso che prosegue nelle biblioteche del territorio milanese:

  • Madonna col Bambino di Sandro Botticelli
  • L’adorazione dei Magi di Beato Angelico
  • Madonna col Bambino di Filippo Lippi
  • Carità, scultura di Tino di Camaino

Sopra La Madonna con il Bambino di Filippo Lippi, 1466-69, Palazzo Medici Ricciardi, Firenze

Sotto Tino da Camaino, Carità, 1320 ca., Museo Bardini, Firenze

Omaggio a ENRICO ACCATINO (Genova, 22 agosto 1920 – Roma, 16 luglio 2007)

Genova è la città natale di Enrico Accatino, un artista molto importante non solo per le opere prodotte, quanto per il metodo proposto e per la rilevanza della sua attività in ambito educativo.

Negli anni cruciali per la riforma della scuola media, negli anni ’60, Accatino affianca il Ministro dell’Istruzione Gui quale consulente per l’educazione artistica, importante è il suo apporto anche in RAI, quando la televisione italiana aveva ancora il fondamentale scopo di educare, e infine estremamente significativo è il suo impegno per l’inclusione attraverso l’arte, in collaborazione con l’Unione Ciechi.

Proviamo a ripercorrere rapidamente le tappe fondamentali della sua biografia: Accatino è un giovanissimo artista autodidatta, dipinge il mondo agreste delle sue colline, con i pennelli ma anche con i versi.

Ho portato per il mondo i profumi dell’estate

Ho portato per il mondo

i profumi dell’estate

le voci dell’infanzia

quando d’agosto sentivo

l’aria e i muri odorosi di mele:

la paglia ha sapore asprigno

il sambuco è amaro

il rovo con la mora è acidulo

il mattone sente ancora

lo striscio della lucertola

il sole è misto d’aria.

Sono nato d’agosto

ho l’estate nel sangue.

1952

E. Accatino

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Gabbiani, E. Accatino, tempera su carta, 1947

Le sue solitarie riflessioni incontrano quelle di Casorati, di Pavese e di Fenoglio, e si perdono tra il mare e la campagna della Liguria, senza mai dimenticare l’uomo. Frequenta a Torino l’Accademia Albertina ma non ne condivide il metodo, tuttavia interrompe gli studi negli anni della guerra che combatte in Puglia nel 52° Battaglione. Qui conosce molti intellettuali tra cui Marco Pomilio e Pietro Guida. Termina gli studi accademici dopo la fine della guerra a Roma e poi parte per Parigi e si apre alle più innovative tendenze dell’arte contemporanea, in connubio con Severini e Giacometti. La peculiarità di Accatino sta proprio in questa commistione di situazioni e atmosfere: è un insegnante precario della scuola pubblica italiana ma è anche un artista e un intellettuale cosmopolita.

La sua stagione figurativa più matura è costituita da cicli importanti che coniugano intensamente uomo/natura e società: il suo soggiorno in Sardegna tra i pescatori di tonno di Carloforte produrrà il ciclo della Mattanza.

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La Mattanza, E. Accatino, 1952

Opera in cui si intravede una forte consonanza con il realismo idealistico di Guttuso, che ha modo di incontrare a Roma dove opera stabilmente.

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Uscita per la pesca, R. Guttuso, 1949

Dal 1957 in poi Enrico si converte all’astrattismo, nelle sue opere geometrie pure, il cerchio soprattutto e colori simbolici che rimandano ad un personale universo di sacralità assoluta.

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Composizione, Accatino, 1959

Dei colori il maestro dell’educazione artistica italiana dice:

“I colori non sono pietre e oggetti che possono vivere separati. Diventano vitali solo quando instaurano tra loro un rapporto di accordo o di dissonanza. E’ l’insieme che caratterizza l’opera e dona ad essa un particolare timbro di tipicità.”

La sua carica innovativa si arricchì anche attraverso ricerche tridimensionali e la tecnica tessile:

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Vortice, Accatini, arazzo, 1970

Per approfondire Enrico Accatino consiglio di visualizzare questo blog.