Questa sera, complice l’estate, siamo un po’ tutti con lo sguardo rivolto al cielo, a cercare la suggestiva luna dove, ormai 50 anni fa, l’uomo ha segnato la sua impronta. Il pensiero di un’impresa così ardua e coraggiosa mi infonde sentimenti che spero siano largamente condivisi: il senso di appartenenza ad una sola umanità, orgogliosa di essere capace di sognare e di realizzare anche i sogni più immensi e bizzarri. La luna suggerisce argentee visioni, intrise di meraviglioso stupore ed è nella notte che soprattutto i romantici raffigurano le loro magiche rappresentazioni.
Alcuni romantici guardano fuori, verso la natura e il cosmo, altri dentro, ma in ogni caso cercano una nuova dimensione da sondare non più attraverso la Ragione. Tra questi artisti Friedrich è uno dei più noti e per certi versi più incisivi. Le sue visioni includono spesso la figura umana, tuttavia non si tratta dell’uomo individuo quanto dell’UOMO e dell’UMANITA’ in generale. Le atmosfere solitarie e intrise di spiritualità sono una sorta di mistico colloquio tra la natura e la creatura umana stupita e meravigliata, alle prese con il mistero dell’esistenza, con il sublime.


I soggetti delle due rappresentazioni precedenti sono simili ma nella tela più tarda c’è la presenza femminile e le tonalità sono quelle più fredde di un plenilunio mattutino o crepuscolare (vista la presenza del pianeta Venere), il contrasto tra le sagome silvestri e il cielo è sicuramente più netto.Da considerare nell’opera è anche la differenza tra i due alberi, quello di sinistra rigoglioso e vivo, quello di destra sradicato e morente, il divario è più netto nel dipinto di Berlino. Per alcuni il senso sarebbe religioso, il paganesimo sconfitto dal cristianesimo, ma forse Friedrich sta sottolineando la differenza tra la finitezza dell’uomo e il sublime infinito del cosmo.
A Berlino c’è ancora una Luna nascente dal mare, con una cromia delicatissima e molto vicina alla Contemplazione di Berlino. I personaggi sono tre:

due donne affiancate e un uomo più indietro, seduti su un grande masso in riva al mare, le loro silhouette si rilevano contro il cielo mentre guardano la luna che sorge ad oriente elevandosi da un fascio di nuvole. Al largo ci sono due vascelli sospinti dal vento lieve verso gli spettatori sulla riva. Il dipinto è probabilmente una vista sul Mar Baltico, vicino Greifswald, luogo di nascita di Friedrich, nella Pomerania svedese, probabilmente uno dei paesaggi marini dell’isola di Rügen.
Ultimo della serie, anche dal punto di vista temporale, è Una passeggiata al crepuscolo del 1837, la luna è ancora una volta in compagnia di Venere, la stella della sera. Il personaggio chiuso nel mantello è forse lo stesso Friedrich che contempla un megalite, un’antica sepoltura.
Il capo chino, l’atmosfera fredda e invernale rivelata dal colore cereo del cielo e dalla vegetazione spoglia del paesaggio sono indice dell’ultima stagione pittorica dell’artista romantico, quando ormai malato presagiva l’avvicinarsi della fine. Tuttavia oltre la coltre nebbiosa vi sono delle querce verdeggianti e la luna crescente è il simbolo cristiano della rinascita e della speranza.
Grazie per la lettura e alla prossima luna sul Parnaso.