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Tanti auguri di buona Pasqua con la Resurrezione di Cristo di Piero della Francesca

L’arte ha il potere di elevare lo spirito e sicuramente Piero della Francesca – con la sua pittura chiara, con la sua ricerca di assoluto – è l’artista che meglio richiama il desiderio di serenità e pace che in questi tempi incerti ci accomuna. Il miglior modo di rievocarlo è attraverso la splendida narrazione del nostro Prof. Filippo Musumeci.

Resurrezione

Buona Pasqua cari lettori, oggi vi proponiamo un breve post sulla Resurrezione di Matthias Grünewald, originalissimo artista del Rinascimento tedesco, contemporaneo di Dürer ma pittoricamente vicino agli esiti novecenteschi dell’Espressionismo tedesco.

Il Cristo che risorge di Grünewald è una perfetta metafora del Cristo come Luce del mondo, l’iconografia è quella classica di Piero della Francesca: Gesù emerge dalla tomba ai cui piedi giacciono i soldati addormentati, ma il moto della figura non è più quello razionale e misurato del capolavoro quattrocentesco,

La Resurrezione di Cristo, Piero della Francesca, 1463-65, Museo civico di Sansepolcro

è più simile a quello di una fiamma che si innalza, in antitesi con gli elementi orizzontali della pietra del sepolcro e dei corpi addormentati. Queste figure non sembrano riposare serenamente abbandonate, non ne vediamo i volti ricoperti dagli elmi o dalle mani ma i gesti sono inquieti, quella in primo piano impugna la spada quasi a proteggersi dalla luce divina vittoriosa sulle tenebre, probabilmente rappresentano la condizione dell’uomo prigioniero del peccato e non degno di quella luce vivificante.

Matthias Grünewald, Resurrezione di Cristo, particolare del Polittico dell’altare Isenheim, 1512-16, Unterlinden Museum, Colmar
M. Grünewald, Figure dormienti e sepolcro, particolare della Resurrezione, vedi sopra.

L’innovazione di questa Resurrezione è, in ogni caso, nell’uso dei colori che contraddistinguono soprattutto la figura del Redentore, il viso chiarissimo quasi si fonde con la tonalità luminosa del globo sullo sfondo ed appare come volto di Dio, il corpo bianchissimo riprende la posizione di Cristo sulla croce, visibile al centro del Polittico chiuso, in quel caso però esprime infinita sofferenza mentre nella Resurrezione le piaghe delle mani, dei piedi e del fianco sono in evidenza come prove della vittoria sulla morte.

Resurrezione, particolare.

Il Polittico dell’altare di Isenheim, capolavoro di Grünewald, è stato attribuito al maestro di Würzburg dal grande Jacob Burckhardt solo a metà Ottocento, prima era ritenuto opera di Dürer che stilisticamente è il suo opposto: Dürer ricerca il vero con l’uso equilibrato di linea e forma, Grünewald è il capostipite dell’Espressionismo tedesco e, infatti, la sua grandezza come artista viene riconosciuta proprio nel periodo di diffusione di questo movimento, per essere messo in ombra ancora una volta nel periodo nazista e definitivamente consacrato dopo la seconda guerra mondiale.